Luca si guardava attorno.
Tutto sembrava irreale.
Tante mani che stringevano
la sua, parole di conforto; domande che nessuno aveva il coraggio di
fare restavano sospese nell'aria.
Lui si sentiva soffocare
.Un vento caldo,che veniva dal mare, gli impediva quasi di respirare.
Il prete benedì, con un
gesto quasi meccanico, la bara che venne calata lentamente . La tomba
di famiglia inghiottì Elena, la moglie di Luca.
Luisa,la sorella di Elena, si avvicinò al cognato: «Luca, devi riprenderti : ora devi pensare
ad Alessia. Ti accompagno io in ospedale.»
Lui la seguì come spinto
da un'energia passiva . Erano due notti che non riusciva a chiuder
occhio. Aveva cercato conforto con ansiolitici ma il risultato era
stato pessimo. L'idea di annegare i tormenti con dosi abbondanti di
superalcolici si era dimostrata una devastazione.
Era arrivato a Cecina due
giorni prima, allo spuntare dell'alba.
Ricordava con precisione
la telefonata di Gianni ,il padre di Elena :
« Luca, corri subito giù»
la voce del suocero non faceva prevedere nulla di buono : « E'
successa una disgrazia : Elena ed Alessia hanno avuto un incidente
nei pressi di Cecina».
Luca ebbe solo il coraggio
di chiedere : « Alessia è morta ?» Il cuore correva
all'impazzata.....non riusciva a deglutire.
«No, rispose Gianni. Mio
cugino, maresciallo dei carabinieri di Cecina, mi ha assicurato che
la bambina è in ospedale. Grave, ma viva.»
Il silenzio di Gianni
cominciò a trasformarsi in un pianto struggente.
Angela ,la suocera di
Luca, strappò il telefono dalle mani del marito :
« Elena è morta sul
colpo» con freddezza proseguì : « Pensavamo che fossi morto anche
tu. Alla guida dell'auto c'era un uomo»
Luca non aveva mai avuto
un buon rapporto con la suocera ma, le parole di questa donna,
avevano avuto il potere di trascinarlo in un buco nero. « Parto
subito.» Non era riuscito a chiedere altro.
Si infilò sotto la
doccia. Acqua fredda come per volersi risvegliare da un brutto sogno.
Le lacrime si miscelavano all'acqua. Pensava alla sua piccola bimba.
Alla sua tenera e splendida Alessia che , al mattino, gli aveva
stampato un bacio sulla guancia.
L'aveva saluta e lei, si
era aggrappata al suo collo : « Papi, non vedo l'ora che arrivi
sabato. Tu verrai a Cecina e andremo subito al mare.»
'E ora',pensò Luca, 'sarà
ancora viva o morirà sotto ai ferri ?'
Si rese conto di non aver
pensato per un solo attimo a sua moglie Elena, la cui morte era
certa.
Lo specchio rifletteva la
sua immagine : 38 anni ben portati, un fisico atletico allenato.
Occhi verdi ,capelli con qualche accenno al grigio e baffi biondi.
Nello studio di
architettura, da lui gestito, non passava di certo inosservato agli
occhi delle colleghe che, di certo non avrebbero disdegnato qualche
attenzione particolare.
Preparò una borsa da
viaggio e non dimenticò di infilarci il pupazzo di Alessia che,
stranamente, aveva dimenticato a casa.
Era solito salire in
macchina e mettere musica a volume elevato. Questa volta aveva
bisogno di silenzio per poter ascoltare i suoi pensieri, le sue paure
e le tante domande che cercava di mettere in fila.
Chi era l'uomo che guidava
la macchina di Elena?
Di certo non uno
sconosciuto ; conosceva troppo bene sua moglie e il suo spiccato
senso di 'possesso' . La sua auto era esclusivamente una sua
'proprietà'. Nemmeno a lui era permesso usarla.
L'incidente era avvenuto
alle due di notte.
Elena era abitudinaria .
Arrivava nella casa paterna di Cecina, posteggiava la macchina in
giardino e la lasciava ferma fino alla fine della vacanza. Usava lo
scooter della sorella oppure le biciclette che lasciavano
perennemente al mare.
Era combattuto nel
pensiero : le immagini della moglie e della figlia si fondevano e
confondevano.
Elena era stata la sua
grande storia d'amore.
Era stata,per lui, una
conquista alquanto complicata. Una storia nata quasi per caso sui
banchi del liceo. Il padre di Elena era un militare di carriera;
per caso era finito a Milano.
Elena aveva terminato il
liceo e poi aveva seguito la famiglia a Firenze.
Luca seguiva il sogno di
conquistare questa splendida ragazza ma sentiva che il destino era
contro.
Obbligava, ogni estate,
gli amici a seguirlo in campeggio a Cecina.
Lui doveva stare vicino
alla sua 'amata' che trascorreva ogni estate nella casa di famiglia.
Finalmente lei cedette .
Cominciò la loro grande storia d'amore, allietata dalla nascita
della loro piccola Alessia.
L'amore per la figlia era
il cemento che teneva unita la famiglia ma, negli ultimi due anni il
loro rapporto si era trasformato.
Se agli occhi degli altri
davano l'impressione di essere una famiglia felice, così non era
nella realtà.
Non mancava la stima ed il
rispetto, ma più passava il tempo si accorgevano, entrambi, di non
avere più un traguardo comune.
Elena ,in particolar modo,
identificava nel suo rapporto una candela che lentamente si stava
consumando.
Luca, troppo preso dal
lavoro, non riusciva a cogliere i messaggi che la moglie cercava di
trasmettere giorno per giorno.
Lui seguiva Alessia nei
compiti, portava fuori il cane... cercava di lavorare di più, di
affrontare la crisi e cercare nuovi clienti. Si guardava alla
specchio e si compiaceva di esser stato capace di poter offrire alla
famiglia un buon tenore di vita.
Negli ultimi mesi Elena
aveva cercato di affrontare il problema , ma Luca prendeva tempo.
Ogni scusa era buona per evitare discorsi. Non temeva di perdere
Elena, aveva il terrore della separazione . I suoi genitori avevano
divorziato quando lui aveva dieci anni : la stessa età di sua
figlia. Ricordava le domeniche passate al parco con il padre : una
tristezza infinita. Le domande a raffica che doveva subire : « La
mamma con chi esce...come si veste....chi viene a trovarla a
casa..vedrai che la pagherà..lei mi ha buttato fuori di
casa...bla..bla..bla..»
Tornato a casa Luca doveva
affrontare il secondo tempo di questo strazio ma questa volta era la
madre a compiere l'interrogatorio : « Dimmi cosa ti ha detto quel
fallito di tuo padre...guarda come siamo costretti a
vivere..bla..bla..bla»
Luca avrebbe voluto
scomparire. Aveva solo dieci anni ed era costretto a sopportare un
simile peso
Poteva mettere nelle
stesse condizioni la sua piccola Alessia ?
Lui aveva evitato il tutto
ma ,questo destino bastardo, aveva stravolto tutto.
Ora non avrebbe potuto
parlare con Elena. Spazzata via in una notte d'estate. Quante parole
non dette, quanti pensieri inespressi. Buio e morte.
Si affievoliva l'immagine
della moglie e, prepotentemente rimbalzava il volto della sua
piccola.
Luca guidava e ad alta
voce gridava la sua disperazione : « Dio, ti prego, non farla
morire.»
Il suono del cellulare .
Era Luisa, la sorella di Elena : « Luca, nel peggio ho una buona
notizia da darti : Alessia non è in pericolo di vita : ha diverse
fratture ma non così gravi come si era pensato all'inizio. Elena è
morta sul colpo, forse non si nemmeno accorta.»
Dopo una breve pausa Luisa
proseguì il racconto : « Alla guida c'era il tuo amico Marco»
« Che cazzo stai dicendo
?» urlò Luca.
« Non parliamone ora»
rispose Luisa ,cercando di mantenersi fredda e calma . « Non andare
a Firenze dai miei genitori. Vieni a casa mia a Cecina. Ti aspetto.
Cerca di essere forte : pensa a tua figlia. Ancora non sa della
madre.»
Luca salutò la cognata e
si infilò nella corsia di destra che portava all'autogrill.
La telefonata aveva avuto
il potere di rilassare Luca, il pensiero era per Alessia : avrebbe
rivisto il dolce sorriso di sua figlia. Di certo lo aspettava il
tremendo compito di comunicarle la morte della madre.
Le parole di Luisa avevano
aperto le porte a nuovi tormenti.
Marco : il suo amico
avvocato. Lo aveva incontrato la mattina che moglie e figlia erano
partite per il mare.
Marco era come al solito
gioviale e comunicativo. Pronto per andare a trovare ,sulle Dolomiti,
moglie e figli.
Luca continuava a porsi la
stessa domanda : 'ma come poteva essere alla guida dell'auto di sua
moglie ? Arrivavano da dove? Partivano per dove?
Un
turbine di pensieri e nessuna risposta.
Luisa
guidava nervosa. Luca pensava alla sua piccola. Ancora pochi
chilometri e sarebbero arrivati in ospedale.
Il
cellulare di Luisa squillò e Luca, la vide impallidire.
Lei
accostò verso destra e fermò l'auto.
«
Luca, tieniti forte. Mia ha appena telefonato il cugino di mio padre,
il carabiniere.Dobbiamo andare immediatamente in caserma» Prima di
proseguire, Luisa chiuse ,per un attimo gli occhi . Guardò Luca e
riprese a parlare ma, le parole uscirono come un grido soffocato :.......
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