giovedì 6 luglio 2017

Tutto e niente- Anteprima .Ti accorgi di dare il giusto valore alle cose...quando le perdi



Luca si guardava attorno. Tutto sembrava irreale.
Tante mani che stringevano la sua, parole di conforto; domande che nessuno aveva il coraggio di fare restavano sospese nell'aria.
Lui si sentiva soffocare .Un vento caldo,che veniva dal mare, gli impediva quasi di respirare.
Il prete benedì, con un gesto quasi meccanico, la bara che venne calata lentamente . La tomba di famiglia inghiottì Elena, la moglie di Luca.
Luisa,la sorella di Elena, si avvicinò al cognato: «Luca, devi riprenderti : ora devi pensare ad Alessia. Ti accompagno io in ospedale.»
Lui la seguì come spinto da un'energia passiva . Erano due notti che non riusciva a chiuder occhio. Aveva cercato conforto con ansiolitici ma il risultato era stato pessimo. L'idea di annegare i tormenti con dosi abbondanti di superalcolici si era dimostrata una devastazione.

Era arrivato a Cecina due giorni prima, allo spuntare dell'alba.
Ricordava con precisione la telefonata di Gianni ,il padre di Elena :
« Luca, corri subito giù» la voce del suocero non faceva prevedere nulla di buono : « E' successa una disgrazia : Elena ed Alessia hanno avuto un incidente nei pressi di Cecina».
Luca ebbe solo il coraggio di chiedere : « Alessia è morta ?» Il cuore correva all'impazzata.....non riusciva a deglutire.
«No, rispose Gianni. Mio cugino, maresciallo dei carabinieri di Cecina, mi ha assicurato che la bambina è in ospedale. Grave, ma viva.»
Il silenzio di Gianni cominciò a trasformarsi in un pianto struggente.
Angela ,la suocera di Luca, strappò il telefono dalle mani del marito :
« Elena è morta sul colpo» con freddezza proseguì : « Pensavamo che fossi morto anche tu. Alla guida dell'auto c'era un uomo»
Luca non aveva mai avuto un buon rapporto con la suocera ma, le parole di questa donna, avevano avuto il potere di trascinarlo in un buco nero. « Parto subito.» Non era riuscito a chiedere altro.
Si infilò sotto la doccia. Acqua fredda come per volersi risvegliare da un brutto sogno. Le lacrime si miscelavano all'acqua. Pensava alla sua piccola bimba. Alla sua tenera e splendida Alessia che , al mattino, gli aveva stampato un bacio sulla guancia.
L'aveva saluta e lei, si era aggrappata al suo collo : « Papi, non vedo l'ora che arrivi sabato. Tu verrai a Cecina e andremo subito al mare.»
'E ora',pensò Luca, 'sarà ancora viva o morirà sotto ai ferri ?'
Si rese conto di non aver pensato per un solo attimo a sua moglie Elena, la cui morte era certa.
Lo specchio rifletteva la sua immagine : 38 anni ben portati, un fisico atletico allenato. Occhi verdi ,capelli con qualche accenno al grigio e baffi biondi.
Nello studio di architettura, da lui gestito, non passava di certo inosservato agli occhi delle colleghe che, di certo non avrebbero disdegnato qualche attenzione particolare.
Preparò una borsa da viaggio e non dimenticò di infilarci il pupazzo di Alessia che, stranamente, aveva dimenticato a casa.
Era solito salire in macchina e mettere musica a volume elevato. Questa volta aveva bisogno di silenzio per poter ascoltare i suoi pensieri, le sue paure e le tante domande che cercava di mettere in fila.
Chi era l'uomo che guidava la macchina di Elena?
Di certo non uno sconosciuto ; conosceva troppo bene sua moglie e il suo spiccato senso di 'possesso' . La sua auto era esclusivamente una sua 'proprietà'. Nemmeno a lui era permesso usarla.
L'incidente era avvenuto alle due di notte.
Elena era abitudinaria . Arrivava nella casa paterna di Cecina, posteggiava la macchina in giardino e la lasciava ferma fino alla fine della vacanza. Usava lo scooter della sorella oppure le biciclette che lasciavano perennemente al mare.
Era combattuto nel pensiero : le immagini della moglie e della figlia si fondevano e confondevano.
Elena era stata la sua grande storia d'amore.
Era stata,per lui, una conquista alquanto complicata. Una storia nata quasi per caso sui banchi del liceo. Il padre di Elena era un militare di carriera; per caso era finito a Milano.
Elena aveva terminato il liceo e poi aveva seguito la famiglia a Firenze.
Luca seguiva il sogno di conquistare questa splendida ragazza ma sentiva che il destino era contro.
Obbligava, ogni estate, gli amici a seguirlo in campeggio a Cecina.
Lui doveva stare vicino alla sua 'amata' che trascorreva ogni estate nella casa di famiglia.
Finalmente lei cedette . Cominciò la loro grande storia d'amore, allietata dalla nascita della loro piccola Alessia.
L'amore per la figlia era il cemento che teneva unita la famiglia ma, negli ultimi due anni il loro rapporto si era trasformato.
Se agli occhi degli altri davano l'impressione di essere una famiglia felice, così non era nella realtà.
Non mancava la stima ed il rispetto, ma più passava il tempo si accorgevano, entrambi, di non avere più un traguardo comune.
Elena ,in particolar modo, identificava nel suo rapporto una candela che lentamente si stava consumando.
Luca, troppo preso dal lavoro, non riusciva a cogliere i messaggi che la moglie cercava di trasmettere giorno per giorno.
Lui seguiva Alessia nei compiti, portava fuori il cane... cercava di lavorare di più, di affrontare la crisi e cercare nuovi clienti. Si guardava alla specchio e si compiaceva di esser stato capace di poter offrire alla famiglia un buon tenore di vita.
Negli ultimi mesi Elena aveva cercato di affrontare il problema , ma Luca prendeva tempo. Ogni scusa era buona per evitare discorsi. Non temeva di perdere Elena, aveva il terrore della separazione . I suoi genitori avevano divorziato quando lui aveva dieci anni : la stessa età di sua figlia. Ricordava le domeniche passate al parco con il padre : una tristezza infinita. Le domande a raffica che doveva subire : « La mamma con chi esce...come si veste....chi viene a trovarla a casa..vedrai che la pagherà..lei mi ha buttato fuori di casa...bla..bla..bla..»
Tornato a casa Luca doveva affrontare il secondo tempo di questo strazio ma questa volta era la madre a compiere l'interrogatorio : « Dimmi cosa ti ha detto quel fallito di tuo padre...guarda come siamo costretti a vivere..bla..bla..bla»
Luca avrebbe voluto scomparire. Aveva solo dieci anni ed era costretto a sopportare un simile peso
Poteva mettere nelle stesse condizioni la sua piccola Alessia ?
Lui aveva evitato il tutto ma ,questo destino bastardo, aveva stravolto tutto.
Ora non avrebbe potuto parlare con Elena. Spazzata via in una notte d'estate. Quante parole non dette, quanti pensieri inespressi. Buio e morte.
Si affievoliva l'immagine della moglie e, prepotentemente rimbalzava il volto della sua piccola.
Luca guidava e ad alta voce gridava la sua disperazione : « Dio, ti prego, non farla morire.»
Il suono del cellulare . Era Luisa, la sorella di Elena : « Luca, nel peggio ho una buona notizia da darti : Alessia non è in pericolo di vita : ha diverse fratture ma non così gravi come si era pensato all'inizio. Elena è morta sul colpo, forse non si nemmeno accorta.»
Dopo una breve pausa Luisa proseguì il racconto : « Alla guida c'era il tuo amico Marco»
« Che cazzo stai dicendo ?» urlò Luca.
« Non parliamone ora» rispose Luisa ,cercando di mantenersi fredda e calma . « Non andare a Firenze dai miei genitori. Vieni a casa mia a Cecina. Ti aspetto. Cerca di essere forte : pensa a tua figlia. Ancora non sa della madre.»
Luca salutò la cognata e si infilò nella corsia di destra che portava all'autogrill.
La telefonata aveva avuto il potere di rilassare Luca, il pensiero era per Alessia : avrebbe rivisto il dolce sorriso di sua figlia. Di certo lo aspettava il tremendo compito di comunicarle la morte della madre.
Le parole di Luisa avevano aperto le porte a nuovi tormenti.
Marco : il suo amico avvocato. Lo aveva incontrato la mattina che moglie e figlia erano partite per il mare.
Marco era come al solito gioviale e comunicativo. Pronto per andare a trovare ,sulle Dolomiti, moglie e figli.
Luca continuava a porsi la stessa domanda : 'ma come poteva essere alla guida dell'auto di sua moglie ? Arrivavano da dove? Partivano per dove?


Un turbine di pensieri e nessuna risposta.
Luisa guidava nervosa. Luca pensava alla sua piccola. Ancora pochi chilometri e sarebbero arrivati in ospedale.
Il cellulare di Luisa squillò e Luca, la vide impallidire.
Lei accostò verso destra e fermò l'auto.
« Luca, tieniti forte. Mia ha appena telefonato il cugino di mio padre, il carabiniere.Dobbiamo andare immediatamente in caserma» Prima di proseguire, Luisa chiuse ,per un attimo gli occhi . Guardò Luca e riprese a parlare ma, le parole uscirono come un grido soffocato :.......

................................................................Fine anteprima

domenica 11 giugno 2017

Secondo tempo- Romanzo. Le donne dovrebbero leggerlo. Gli uomini .... imparare a difendersi


SECONDO TEMPO – Storia breve del mio racconto
Ci sono uomini che uccidono le donne.
Ci sono donne che uccidono gli uomini. 
Sono capaci di farlo a poco a poco. Con le carte bollate




Michele si guardava attorno,
In ogni persona che vedeva passare davanti ai suoi occhi, cercava di immaginarsi una storia. Ma non poteva evitare di pensare alla sua.
Si trovava seduto in una comoda poltrona dell'aeroporto ,aveva una valigia accanto a se ma, non aveva un volo da aspettare, nessuna destinazione, nessun sogno. Solo tristezza a far da compagnia.
Michele : un 'nuovo 'povero'. 
Un immagine vista in modo distratta dai giornali che cercavano notizie commoventi da dare in pasto ai media. Michele era vittima di un giudice , di una moglie diventata un'altra persona  nello spazio di tre mesi.
Lui guardava il giornale, distrattamente lasciato da persone che in  aeroporto ci  transitavano.
Leggeva :'Donne uccise ogni giorno' .Psicologi e tuttologi esprimevano mille pareri
Lui non lo avrebbe mai fatto. Ma sua moglie lo stava uccidendo giorno per giorno. Una goccia di sangue ogni mattina.
Eppure a vederlo, non lo si sarebbe potuto identificare come un barbone. 
Vestito casual ma elegante, al polso un buon orologio di marca.
…...........

«Non dir di no: Sei dei nostri .» 
Una voce si rivolgeva proprio a lui.
Michele alzò lo sguardo e si vide davanti l'immagine di un ragazzone sorridente
« Vostri chi?» domandò Michele
«Dei nuovi poveri. Posso presentarmi? Sono Angelo e questo sbarbato che mi sta accanto è Guido.»
«Per varie vicende ci siamo allenati a studiare le persone che transitano qui : ti abbiamo visto arrivare una sera, poi un'altra ed un altra ancora...e non ti abbiamo mai visto partire.»
« Io e Guido ci siamo detti : questo è uno dei 'nostri.»
« Posso aggiungere : benvenuto nel club ?»
« Il nostro club ha un nome USI» proseguì Guido ...per ora siamo in due con te..in tre. Ti chiederai cosa significa? Ti rispondo :Uomini Soli Incazzati»
Michele sorrise « Se ci son quote societarie...in questo momento 
..non posso promettere....»

..la storia continua. Sarà l’amicizia e la forza che questi tre uomini svilupperanno a metterli nella condizione di iniziare il loro ‘ Secondo tempo ‘

Introspezione, dura lotta quotidiana.... fallimenti ed il progetto di costruire ‘una nuova vita.


Puoi acquistare l'ebook on line su amazon, feltrinelli, libreria universitaria etc.
E' sufficiente cercare tra gli ebook : secondo tempo di vittorio zanoni.
Oppure ricercare su google : secondo tempo di vittorio zanoni


Guarda il book trailer :http://www.youtube.com/watch?v=KJoBD_B81Cg&feature=channel&list=UL

sabato 22 novembre 2014

Nebbia- Ebook


Ringrazio la casa editrice che pubblica i miei libri.
Uno dei miei romanzi,pur essendo pubblicato in forma cartacea,ora è disponibile anche in formato Ebook.Lo potete trovare on line...ovunque. 'Feltrinelli,amazon. Mondadori etcccc.

http://www.booksprintedizioni.it/libro/gialli-horror-noir/ebook-nebbia

Guarda il video di presentazione :
https://www.youtube.com/watch?v=iCmCPrwP4h4

martedì 26 febbraio 2013

Storia di in amore maledetto.-La sigaretta

Che tristezza
Mi hai chiuso in una scatoletta e messa sopra una mensola.

'Rompere il vetro in caso di emergenza' hai scritto sul biglietto incollato sul fianco.
Ti guardo e provo invidia nel vedere del fumo uscire dalla tua bocca.
Ma con cosa mi hai sostituita? Con un patetico tubo metallico che sembra una torcia.
Eppure..ti ho conosciuto che avevi ancora i calzoni corti.
Spiavi di nascosto i grandi di casa che avevano sempre la sigaretta in bocca. Quasi inseguivi il fumo per poterlo sentire. Giocavi a fare il grande ,arrotolando foglietti di carta ..la tenevi tra le dita e la rigiravi come vedevi fare ai divi del cinema.
Bella banda di amici che avevi. Rubavate i mozziconi che trovavate per casa per poi assaporare il gusto della libertà. La voglia di fare i 'grandi' nella capanna costruita nel bosco. Poi di corsa dal lattaio a prendere le mentine per far sparire l'odore.
Tu sei diventato grande e io,ti sono sempre stata vicina. Nei momenti di gioia e nei momenti di sconforto non sei mai riuscito a stare senza di me.
Ti lasciava la ragazza ? Io c'ero.
Passavi splendidi momenti d'amore ?...subito dopo..io c'ero
La mattina , appena sveglio, mi cercavi ad occhi chiusi . Ero il tuo primo pensiero e l'ultimo della notte. Sempre a morire tra le tue labbra.
E ti sei forse scordato quando ,di notte, ti accorgevi di non avermi vicina? Facevi kilometri per..venire a prendermi.

Ora mi hai chiuso in una gabbia. Hai sciolto le tue catene e ti sei liberato di me.

Sono una sigaretta incazzata : si sarebbe potuto continuare la nostra storia per molto ancora.
Ti avrei ancora tenuto incatenato alle mie spire di fumo.

Lentamente avrei saputo ucciderti giorno per giorno..fino a toglierti il respiro

martedì 14 agosto 2012

L'imbuto - Racconto breve

L’imbuto - il racconto è pubblicato da : http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/talent-scout/storiebrevi


Il destino ama giocare. Prende due palline e le getta dentro un imbuto. Girano, rigirano e poi si incontrano. Prima si sfiorano e poi si toccano. Una delle due esce per prima dal foro stretto, l’altra è costretta a seguire lo stesso percorso.
Possono cadere nello stesso punto, toccarsi ancora, oppure allontanarsi per sempre.

Fausto – 52 anni.
Anna – 48 anni

Le palline son lanciate . Il gioco è fatto.

La strada era stretta.

Fausto ripensava al suo inutile viaggio.
Aria fritta: avrebbe potuto essere in spiaggia con moglie e figli a Cesenatico ed invece aveva dovuto sorbirsi le paranoie di un vecchio signore che non aveva ben capito cosa voleva dire promuovere la propria attività tramite il web. Al ritorno si sarebbe incazzato con Monica, la sua segretaria.

Anna aveva incontrato l’avvocato referente. Si era sobbarcata il peso di un lungo viaggio per definire una questione di eredità di una sua cliente. Avrebbe potuto essere in spiaggia a cuocersi sotto il solo di Fregene.Ora stava ascoltando la voce del navigatore che la stava portando verso l'imbocco dell'autostrada.

La strada stringe, le due auto si incontrano.
La botta è forte. Fausto viene accecato dai vetri del finestrino di sinistra. Ad Anna sembra che il mondo si sia messo a girare.

Entrambi scendono dall’auto. Si guardano e si vedono come due naufraghi usciti indenni da una tempesta.

«Si è fatta male?» chiese premuroso Fausto
Prima di rispondere Anna fece una rapida indagine. Si tocco le braccia ed il viso. «Non credo» rispose.
Fausto prese un fazzoletto e tamponò delle piccole ferite sulla fronte di Anna.
Il pensiero di Anna, in quel preciso momento, diventò limpido: ‘di quest’uomo mi posso fidare’. Il gesto di lui era talmente tenero da sciogliere ogni paura.
Anna cercò di inquadrare Fausto. Era sceso dall’auto ed era corso verso di lei, ma non per inveire, non per insultarla.
Lei, in cuor suo, si sentiva in colpa. Sulla strada, talmente stretta, mancava la linea bianca. Dentro di se sapeva che si era distratta.
Il caldo e lo splendido paesaggio l’avevano portata fuori.
Eppure questo uomo stava cercando di allontanare la sua ansia.
Lei aveva gli occhi chiusi e sentiva, le mani forti di lui, carezzargli il viso per togliere le schegge di vetro.
«Io direi di chiamare i Carabinieri. Non tanto per definire il colpevole ma per avere un aiuto logistico.» propose Fausto

Il Maresciallo dei Carabinieri si dimostrò chiaro e sintetico: «Mie cari signori, non possiamo far altro che compilare una constatazione amichevole. Ognuno pagherà i propri danni: non ci sono testimoni e le auto sono state rimosse. Non posso eseguire i rilevamenti.»

Aggiunse poi: «Oggi è il 12 agosto. Le auto verranno portate in autofficina. E’ chiaro che per almeno cinque giorni dovete rassegnarvi a godere lo spettacolo di questo splendido lago. Non troverete, nemmeno a pagarlo a peso d’oro, un meccanico che possa risolvere i vostri problemi.»
Fausto incontrò gli splendidi occhi neri di Anna.
Fu lei la prima a parlare: «Mi presento, sono Anna e vengo da Roma, coniugata e di professione avvocato»
«Benvenuta sulla zattera dell’avventura» replicò Fausto, che aggiunse: «Io sono Fausto, torinese doc. Di professione.. inseguitore di clienti. Cerco di districarmi nel campo dell’informatica. Sono sposato, con due figli, e dovrei essere al mare.»
Il sorriso di Fausto era un’ottima presentazione. Le sue parole scorrevano fluide: «Da naufraghi, si dovrebbe cercare una caverna per passare le notti che ci restano. Visto che siamo fortunati, abbiamo il mio computer portatile. Possiamo cercare un albergo.»

Di contro Anna sorrise. Sbirciava quell’uomo che non rappresentava, per lei, l’immagine maschile che ti fa girar la testa mentre cammini per strada. Alto circa 180 centimetri, capelli brizzolati ed una leggera pancetta di certo inferiore a quella di suo marito Mario.
Lei e Fausto si erano seduti sul muretto del lungolago.
In attesa del carro attrezzi, guardavano sconsolati le loro auto che sembravano soldati feriti, vittime di una rovinosa battaglia.
Fu Anna a parlare: «Mio caro compagno di sventura, credo ci si possa dare del tu non credi?»
«Chiaro» sorrise Fausto che aggiunse: «per fortuna abbiamo un buon campo di frequenza telefonica per poter compiere la nostra indagine. Il paese che vedi a destra è a 2 kilometri.
Anche se abbiamo bagaglio leggero, sarebbe bene chiamare un taxi. Il sole è troppo caldo e non credo che le tue scarpe siano da camminata su asfalto rovente.»
Anna sorrise tra se.
Non poté far a meno di pensare:’’se ha notato le scarpe avrà anche posato gli occhi sulle mie bellissime gambe racchiuse da una minigonna striminzita’’.
Si limitò a dire: «Ti nomino sul campo Capogita ; guarda quello splendido paese dall’altra parte del lago. Come ci si potrà arrivare?»
Fausto non alzò gli occhi dallo schermo del portatile e senza entusiasmo si limitò a commentare che quella che stavano vivendo non era propriamente una gita.
Anna non ebbe il coraggio di aggiungere altro, si sentiva responsabile dell’incidente.

Il taxi li lascio ad un bar di fronte all’imbarcadero.
Davanti ad una bella birra fresca i due si guardarono negli occhi e si misero a sorridere.
«Chi mai avrebbe immaginato, tre ore fa, di vedermi seduta al tavolo di un bar a bere birra con un simpatico sconosciuto?»disse Anna
Fausto guardò il lago che sembrava una tavola. Turisti che salivano e scendevano dal traghetto. Il paesaggio attorno sembrava una cartolina. Le montagne sembravano mani che racchiudevano uno specchio d’acqua.
Si limitò a dire: «Pensa che dovrei essere al mare. Sabbia che brucia i piedi, bambini schiamazzanti e acqua bassa da non vederne il fondo. Avrei fatto carte false per potermene stare tranquillo in un posto come questo. Come posso ringraziarti mia cara Anna?»
Il sorriso di Anna divenne una risata allegra: «io sarò strana.. ma tu sei più fuori di me. Però devo esser sincera: sono in sintonia con te. Questo momento avrei potuto solo sognarlo. Senza l’incidente sarei in macchina: destinazione Roma con la sola aspettativa di passare il solito ferragosto con parenti annoiati.»
Fausto la guardò. Lei si accorse di due occhi verdi che prima non aveva notato
Fu lui a proporsi «Abbiamo un minuto ciascuno per raccontarci: Perde chi non rispetta il tempo.»
Anna si aspettava il solito discorso intriso di banalità. Scesa dalla macchina era pronta a difendersi da insulti e modi sgarbati da parte di un energumeno, oppure avances maleducate da un maschio arrapato alla vista di una minigonna. Invece si trovava di fronte un uomo che non voleva mettersi in mostra mostrando i muscoli ma conoscerla.
Il suo pensiero volava rapido: ‘’Da quanto tempo mio marito non mi ascolta? Da quanto non si accorge del mio malessere interiore? Della mia solitudine che mi sbrana i pensieri giorno per giorno.
«Accetto» fu la pronta risposta di Anna «parto io»
«Ho 48 anni e sono romana de Roma. Quella che sono fuori non è quello che sono dentro. Fuori sono una combattente indomita. Il mio lavoro di avvocato mi porta sempre a lottare eterne guerre. Dentro vivo un’eterna solitudine. Mi identifico ad una pianta incapace di dare frutti. Mi manca tremendamente un figlio.»
Il minuto a sua disposizione era trascorso ma, le lacrime che cominciavano a scendere, l’autorizzavano a proseguire: «Vivo ogni minuto la sua morte. Mi è mancato da subito e mi manca ora. Se fosse nato, oggi avrebbe 20 anni. Ma io dovevo diventare un avvocato di successo e Mario, mio marito, sognava di imporsi come un giornalista di grido.
Ho abortito: ho calpestato per terra il mio frutto.
Poi è arrivata la condanna: non avrei potuto più diventare madre.

Senza parlare Fausto compì l’azione più naturale. Prese dal tavolo un tovagliolo di carta e asciugò le lacrime di Anna.

«Io non ho molto da raccontare» disse Fausto che con calma proseguì «alti e bassi ma, una vita coniugale che si è rafforzata giorno per giorno. Sto con mia moglie da 30 anni e ti assicuro che non l’ho mai tradita. Siamo riusciti a condividere spazi comuni, ma anche inventarci spazi individuali. Non abbiamo mai avuto la stessa linea di pensiero ma, siamo riusciti a rispettarci. Io amo la moto ma lei non ci è mai salita, lei è vegetariana e io amo la carne cotta al sangue.
Siamo due mattoni che han cercato di costruire una casa. I nostri figli son diventati il cemento che li ha tenuti assieme

Finita la confessione reciproca, i due eroi si rimisero al computer per cercare un posto dove passare la notte. Il sole carezzava da vicino le onde del lago. Uno splendido tramonto.

«Niente di niente» commentò sconsolato Fausto. «Solo una camera matrimoniale in un alberghetto che si trova dalla parte opposta del lago. Non ci resta che noleggiare una macchina e ricercare un’altra soluzione.»
«Ci son problemi per la camera matrimoniale?» disse Anna
«Scusa?» Interrogò Fausto
Anna si sentiva davvero bene. Aveva messo in imbarazzo il ‘maschio’ che di certo non si aspettava una simile risposta.
Portò alla bocca il bicchiere e sorseggiò la sua birra. «Caro il mio Fausto, tu hai detto che siamo sopra una zattera. Siamo naufraghi nel pieno dell’avventura. Bene, viviamola senza paura.»
Presero posto sul traghetto. Il sole era ormai scomparso. Davanti a loro cominciavano ad accendersi le luci dei lampioni posti sulla riva del paese che si apprestava ad accoglierli.
Fausto ed Anna si strinsero la mano e cominciarono a ridere: entrambi avevano espresso lo stesso pensiero: le luci sull’acqua sembrano lucciole.
Dopo cena sia Fausto che Anna avevano fatto un preciso resoconto telefonico ai rispettivi coniugi. Senza essersi messi d’accordo, avevano dato una versione simile: «devo aspettare che mi sistemino la macchina. Cercherò di gustare il paesaggio e di rilassarmi. Dovresti vedere che posto d’incanto.
Peccato debba vederlo nella mia completa solitudine.»
I due naufraghi si raccontarono le telefonate fatte e si misero a ridere.
La notte trascorse tranquilla.
La mattina, di buon ora, Fausto svegliò Anna: «Guarda, ho preso i biglietti per un tour di piena giornata sul battello. Visiteremo tutte le isole del lago Maggiore e toccheremo la sponda svizzera.»
Anna sorrise: «Ma siamo in viaggio di nozze?»

Passarono una splendida giornata.
La sera avevano prenotato in una trattoria che aveva i tavoli sopra ad una terrazza da cui si ammirava lo splendore del lago .
Pasta al vino. Stufato al barolo.
«Stai cercando di farmi ubriacare?» Chiese Anna
Fausto sorrise. Nel frattempo versava nel calice di Anna un corposo vino rosso. «Non sono abituato al vino ma, hai ragione, questa cucina è davvero particolare. Riesce a farti stare bene.. anche senza bere.»
Lo sguardo di Fausto era colpito da un movimento continuo al distributore automatico di una farmacia che era posta al lato opposto della strada.
«Sarà un distributore di preservativi ma, mi pare ci siano anche gel per massaggi particolari ed altro…» commentò Anna
«Visto il movimento.. saranno articoli ricercati.» concluse Fausto
Il giorno seguente, Anna e Fausto, fecero le lucertole al sole sulla spiaggetta privata dell’albergo.
Prima di cena ricevettero la telefonata dal meccanico. Tra due giorni le loro auto sarebbero state in grado di marciare.
Anna fece la doccia ed uscì per prima. La sua curiosità era troppo forte. Passò davanti alla farmacia e osservò con attenzione ciò che era esposto nel distributore automatico.
Propose a Fausto di mangiare nella trattoria che avevano conosciuto la sera precedente.

Anna scelse con cura il menu. Filetti di pesce persico ed un’accurata ricerca del vino. Doveva essere leggero e capace di sbloccare freni inibitori. Non forte come il vino rosso della sera precedente che l’aveva posta in uno stato di sonnolenza

Fausto era ignaro del piano di Anna. Aveva semplicemente notato che lei era splendida in quel tubino nero.
Dopo aver gustato un ottimo piatto di pesce Anna si alzò.
Fausto la guardò attraversare la strada e dirigersi decisa verso il distributore automatico della farmacia.
La vide muoversi decisa nel mettere in borsa qualcosa che lui, da lontano, non poteva vedere.
Anna si sedette al proprio posto. Fissò negli occhi Fausto e sorrise nel leggere, nei suoi occhi, domande trattenute.
«Ho voglia di fare l’amore con te. Il nostro amplesso è cominciato nei nostri sguardi. Nel nostro primo sguardo. Ho voglia di viverla senza sentirmi dentro il tarlo della colpa. Il nostro incontro è stato l’inizio. Il nostro amore vero sarà la fine.» Siamo stati due palline gettate dentro un imbuto. Ci siamo incontrati, scontrati, sarebbe meglio dire; amati.
Poi la pallina esce dall’imbuto: una esce prima e l’altra esce dopo. Ognuna riprende il suo percorso.

«Hai preso dei preservativi?» chiese timidamente Fausto
«No, rispose Anna. Non è possibile una gravidanza. E, conoscendoti non temo contagi.»
«E allora?» interrogò Fausto
«Voglio conoscere fino in fondo il piacere dell’amore. Ho preso qualcosa che ci aiuterà ad assaporare ogni fantasia.» rispose Anna
Passarono la notte, ed il giorno seguente avvolti da una passione infinita.

La mattina seguente fu il portiere dell’albergo a risvegliarli. Le loro auto erano pronte.
Fausto ed Anna scesero dalla loro zattera. La loro avventura da naufraghi era terminata.

Buon viaggio Anna
Buon viaggio Fausto

































martedì 7 agosto 2012

Storie brevi e demenziali


Lui, lei e il cioccolato. ( Pubblicato da :http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/talent-scout/storiebrevi )

Interno sera .
Lui e lei seduti sul divano, liberi di coccolarsi visto che la bimba è stata presa come ostaggio dalla nonna. La lavastoviglie manda un flebile segnale di buon funzionamento, il cane sembra esser cullato dal rumore del suo dolce movimento di acqua...
La tv è accesa ,il programma è soft e piacevole da relax completo....in pratica condizione ottimale per distendere corpo e mente.
'E se ci mangiassimo del cioccolato'- dice lei con un sorriso da bambina pronta a far una marachella?
' Perchè no, risponde lui' -questa si che è una gran bella idea. E pensa tra se'...se non abbiamo noi il cioccolato buono, chi deve averlo? Gli svizzeri mi stanno sulle palle ma, abitando a 2 km dal confine posso dire che il loro cioccolato è nettare.
Un pezzo a lei...un pezzo a lui.

Lui:
Azzanna il suo pezzo..e il pensiero si ferma a: ...cazzo che buono ..una serenità di chi ferma la mente ..uguale a chi, dopo un lungo viaggio ferma la macchina.,abbassa il sedile e si mette ad occhi chiusi a vivere un momento estremo di appagamento

Lei :
Quasi sentendosi una ladra avvicina questa dolce tentazione alle labbra. In quel momento ,in quel preciso momento, sembra una concorrente del 'Milionario' che deve rispondere a 100 domande

-Ecco, sono proprio una stronza , sono a dieta e guarda mangio cioccolato
-Domani di certo brufoli a gogo
- Se continuo così diventerò una cicciona
- Ma se ingrasso vedrai che se ne trova un' altra
-Ma chi mi dice che già un'altra non esiste?
- E poi passa tutto il tempo al computer chi mi dice che già non ci sia?
-E no, io non posso sopportare una situazione simile.
-Meglio che affronto da subito la situazione.
Seguono altre mille elucubrazioni mentali.......

Lei, esplode come un fulmine a ciel sereno- E no caro mio hai proprio sbagliato a capire...vado a prendere la bambina., non resto qui mica a farmi prendere per il culo.

Lui, con ancora il dolce gusto del cioccolato in bocca...sente sbattere la porta....
Chiama il cane e;visto che per l'animale,il cioccolato è nocivo...lo ricompensa con un enorme biscotto.






Era meglio una pizza..

'Ciao ragazzo, da quanto tempo non ci si sente...che ne diresti di una rimpatriata?- dall' altro capo del telefono , mi dice un caro vecchio amico.
'Certo si potrebbe fare,rispondo.
'Veniamo su a trovarvi, arriva la primavera e abbiamo ben pensato di staccarci da Milano e di venire a prender un'pò di fresco tra le vostre montagne e laghi. Una capatina in Svizzera,pieno di benzina e un colpetto al Casino' allora organizzi tutto tu?
Ok..ok -dico, non mi resta altro da aggiungere
Allora, conoscendo sua moglie ,simpatica ma ..particolare della serie' odio tutto quel che è normale....io sono sempre alla scoperta di cose nuove....blaaaa....blaaaa..bla...studio e ricerco quel che mangio...bla...bla' ...insomma una rompipalle al quadrato.
Detto questo dove posso portarli a cena? Dal mio amico Luca con Trattoria in montagna....pane di castagne, formaggio di capre intinto di marmellata ai frutti di bosco....naaaa la moglie del mio amico è troppo 'in' per accontentarsi di tanta semplicità.
Cerco di coinvolgere mia moglie ,che distrattamente mi guarda cercare in internet il 'posto giusto'.
Niente, sono solo nella mia indagine..ecco la soluzione : cucina etnica, ristorante indonesiano nel centro di Lugano.
Arriviamo :
Il locale è splendido . Ci si immerge in un'atmosfera rilassante e dal sapore sognante tipico delle terre orientali
Ci accomodiamo : leggiamo il menu ...io a dir il vero mi sento spaesato come un contadino al cospetto dei grattacieli di Dubai
'Nasi campur ', 'Satè di pollo?'- Guarda caro,- dice la moglie al marito- queste sono delizie del palato …
Il marito, povero amico mio, mi guarda con uno sguardo allibito come a chiedermi : Ma quando cazzo ci è andata lei in Indonesia?
Al tavolo ci portano tremila ciotoline con salsine ,intingoli e altro e dei crostacei piccoli piccoli.
Io , mia moglie e l'amico, non sappiamo come muoverci e districarci .
Per seguire l'istinto si segue sempre il'capobranco'....
L'intenditrice intinge i pesciolini qua e là..e noi dietro ad imitarla.
Intinge in una salsa rosa ...tipo gelatina...mahhh gusto strano ...ma che vuoi che ne sappia io, se lo fa lei....sarà un abbinamento classico di questa cazzo di cucina.

Colpo di scena : arriva il cameriere, si avvicina al tavolo accanto e....accende lo stesso gel rosa che io sommessamente sto gustando....
Arriva da noi e dice: devo portarvi un'altra candela...da accendere o da mangiare ?

Ehhhh vero..io pirla mi son mangiato una candela credendola salsina....ma l'intenditrice....si è portata a casa un bel due di picche.


La gatta

Miaooooooooo…….posso presentarmi ?
Sono una gattina color grigio scuro di quattro mesi. Il mio nome?….ancora devo capirlo.
Si perché noi gatti dobbiamo percorrere uno strano travaglio prima di trovare una casa definitiva.
Appena esci dal ventre di tua madre, senti voci felici attorno….
.'dai che carini..li teniamo con noi? ..grida il bimbo.
-'nemmeno a pensarci, papà non vuole'
Così noi cominciamo a riconoscere le voci adulte.
Che tristezza quando sono stata separata dalla mia mamma e dai miei fratelli, però ho trovato una dolce
padroncina.
Gran felicità la mia. Per dimostrarla ho cominciato ad arrampicarmi su tende, grattare ovunque…con
preferenza il divano.
Devo aver manifestato ..troppo..il mio star bene..: " Basta, grida una voce stridula, hai tempo due giorni per
portar fuori quella maledetta bestia da casa.".
Nel veder scendere le lacrime dagli occhini della mia padroncina ho capito che la 'maledetta bestia' in
questione ero io.
Mi chiudono in una cesta, saliamo sopra una 'cosa' che sembra muoversi.
Mi ritrovo in un'altra casa.
La mia padroncina mi prende in braccio….sento il manto bagnato.dalle sue lacrime.Scappo alla ricerca di un posto dove
potermi nascondere.
La signora è anziana e molto sola. Cerca di parlarmi ma sento la sua voce tremare: evidentemente non è
abituata a convivere con esseri viventi di diversa specie.
Cerca di toccarmi..ma poi subito grida scattando all'indietro appena io mi avvicino. Dei due non so chi sia
più spaventato.
Sono sconvolta, forse sono troppo piccola per capire…però la signora è davvero strana. Continua a
chiamarmi quando non mi vede…poi appena io esco dal mio nascondiglio….scappa lei.
Suona il campanello . Sono pronta ad affrontare ogni ulteriore stressssss.
-" Vieni Stefano….guarda che sorpresa…ho una gattina in casa."
Sbircio dal mio nascondiglio: Stefano è il figlio della signora. A guardarlo dal basso è davvero grande e grosso, ha riccioli e baffi.
.Mi sconvolge….mi prende..mi fa volare…mi stuzzica e mi coccola..è amore a prima vista.
Ha un figlio di nome Matteo carino e simpatico..( con riserva)
Si perché i bimbi non rispettano noialtri : sulle prime caute carezze..poi cominciano ad alzarti una coda
..toccarti e farti dispetti di ogni genere.
Consiglierei al padre di portarlo allo Zoo. Potrebbe conoscere gli animali.( ho una speranza segreta: che
qualche coccodrillo possa mangiarlo).
Con la signora la convivenza è dura..eppure cerco di farmi voler bene.
Ieri stava guardando la televisione, e io, con un salto felino, le sono saltata in grembo e ho cominciato a
fare le fusa.
Lei, con voce tremante ha telefonato al figlio :"Stefano, vieni subito a casa perché credo che la gattina
abbia una crisi polmonare'
Crisi polmonare ?????????????……daiii signora..i gatti fan le fusa quando son felici.
Vuoi vedere che il figlio si arrabbia con me e mi sbatte fuori casa?
..Stefano entra in casa che pare..un fulmine di guerra…mi guarda, mi prende in braccio e..in
trenta parole mi fa capire come possono esprimersi gli scaricatori di porto quando sono nervosi.
-" mamma, la gatta la porto a casa con me."
Eccomi …nella nuova meravigliosa casa in miniatura..a saltare tra cavi e computer..senza regole e senza
tempi……OOPPPPPSSSSSS


Cara mia gatta,ti capisco e ti sono vicino, posso capire che vivere con me sia dura.
Riesco anche a comprendere che in qualche modo sia strano stare alzata tutta la notte a farmi compagnia.
Però..cavolo..già la mia vita è uno stress..e ora, che sono le 5 del mattino, tu vai ad incastrare la
zampa..nella stampante…
Dai..ok…ora ti libero.


Oroscopo

Anche se dici di non crederci cerchi sempre la pagina dell’oroscopo.
Per primo cerchi l’amore ? La salute ? ..il lavoro..oppure i soldi.
Di certo mai ti sarà capitato di leggere : la tipa ti pianterà stasera.
..Eppure succede..eccome se succede.
..La guardo mentre sale in macchina. Se non ha un sorriso da ‘Mulino bianco’..comincio a pensare.
-"Ehi che succede?"…
-"Niente..niente solo stanchezza"- strascica..lei. (Ma per favore.....quando le donne dicono stanchezza esiste già qualcuno con nome e cognome)
-" Ma sei sicura?"- chiedo con un sottile sguardo indagatore.
Al solito bar chiede un Martini.
Un Martini ?????????? Devo proprio preoccuparmi.
Ora comincerà a dirmi : "…sai è un momento particolare di stanchezza…ho bisogno di un po’ di tempo per
riflettere….diamoci tre mesi ..poi vedremo il da farsi…bla..bla bla….ti voglio troppo bene…non voglio farti
soffrire..bla..bla..bla".
..Dai ma cosa credi? Ti pare che io sia il tipo che non è già passato 3576 volte in queste storie?
Intanto che mi masturbo la mente con queste domande ..la vedo diventare sempre più nervosa ….Vuol
cominciare a dir qualcosa…
-Luca.- mi dico- qui bisogna giocarla alla grande…
La penetro nello sguardo e con voce calda dico:" Sai..Paola..ti voglio troppo bene..non posso continuare a
mentire…voglio restare un po’ solo..devo ritrovarmi..
..Chissà ..forse un giorno ci si potrebbe rincontrare…Credo che la vita di coppia sia un malinteso
reciproco.".
Lei mi guarda: Si sente spiazzata..
Prima che inizi ad investirmi di invettive….suona il cellulare (il mio).
-" Si, con lei sto chiudendo proprio ora, ho trovato il coraggio di parlar chiaro..vedrai che da domani
la nostra storia…sarà diversa- dico con voce forte e chiara.
Paola, incazzatissima , si alza …( bicchiere schivato di un pelo). Il suo sguardo parla chiaro: è incazzata perchè ....ho anticipato :da protagonista è passata comparsa..
Risuona il cellulare…-" Luca…ma stasera sei più fuori del solito??? Che storia mi stavi raccontando
prima???"
……Dai mamma…….domani ti spiego






Diario di bordo di un single
..
.....'Single' vuol dire vivere soli. E' un termine coniato per rendere euforica la solitudine.
Prima regola : Convincere gli altri che sei 'single' per tua scelta. Se poi la tipa ti ha dato il 2 di picche ed
è andata a vivere con un altro.... si rimanda la storia ad un altro capitolo.
Seconda regola :Imparare a fare la spesa al supermercato. Continua pure a
prendere le stesse cose..vino..birra..grappa..etc..però ricordati che i piatti mai li
potrai lavare con la maionese e la nutella.
Terza regola : Quando vai a trovare tua madre cerca di mostrarti sereno. Se
anche avevi detto di sapertela cavare da solo,cerca di umilarti un pochino. Portale il
sacco di roba da lavare
. Certo ci avevi provato,ma visti i risultati, sarebbe un successo metter su una
tintoria.
Ricordarti sempre di mettere il tutto in un sacchetto bianco anonimo . Parentesi
personale : in casa non trovo che un sacchetto dell'Unione Ciechi. Hai presente
quelli che trovi sempre sotto casa ? Ecco..proprio
quello. Ci infilo 5 Lacoste e 2 Levi's 501. Lo porto a mia madre...destinazione
lavatrice.
Dopo cinque giorni mia madre mi chiede : " Vittorio, ma questa settimana non mi
porti niente da lavare?...Chissà perchè sento trillare un leggero campanello
d'allarme......
" L'unico sacco..'candidamente prosegue' ..è quello che mi hai lasciato per
ciechi.
Mi è venuto da piangere , ma mi sono ripreso subito.
Per il resto è tutto facile da gestire.
Prendi una busta di pasta già pronta ,la butti nell'acqua e dopo due minuti gridi
al miracolo: fumante nel piatto. Da quando hanno inventato i sughi pronti , i
'singles' sono aumentati a dismisura.
Sì,è proprio bello vivere da soli : puoi mangiare sul divano, decidere tempi
...anche il tuo cane sembra rivivere.
Che sogno assaporare la libertà .... Quando stai con la 'tipa' ti credi un
incredibile conquistatore..della serie ' Sono chiuso in gabbia..sai quante
occasioni potrei avere ?'
Ora che sei solo, prendi l'agenda e chiami a destra e a manca. Senza farti
troppo compatire rendi nota la tua situazione.
Ti dici : 'spengo il cellulare...così mi faccio cercare....ma no dai lo lascio acceso
proprio per avere il gusto di vedere in quante mi chiamano.
Dopo tre giorni, dopo aver capito che a chiamarti è solo tua madre...cominci a
chiederti se è meglio rivedere il tutto.
Bisogna dire che viver solo tempra l'anima e il corpo.
Ci si accorge di diventare uomini veri.
Ma per i pavimenti dovrò usare Mastro Lindo oppure la candeggina Ace ?
Certo che per i piatti cosa c'è di meglio che lo Svelto al limone?
Che strana storia...poveri uomini noialtri... Nati per portare cibo in caverna,
mazzolare coi dinosauri...e ora qui a farsi problemi di detersivi.


lunedì 6 agosto 2012

Le mie vetrate

Le mie vetrate.

Un capitolo importante della mia vita

Affascinati dalla versatilità della sua forma e nei colori che quest'arte, lasciata da menti distratte, rinasce nelle abili mani di contemporanei, maestri vetrai italiani che, come per incanto, con impegno e abnegazione donano nuovo fulgore a quei temi magici, risvegliando interesse e compiacimento.
Così il vetro diventa protagonista: duro e allo stesso tempo fragile, quasi ad identificare i pregi e i difetti della natura umana:.... esprime i suoi inevitabili giochi di luce ... il pensiero e le emozioni più nascoste.
Rinasce ma il termine è improprio, come bella dormiente, la vetrata artistica.
Unica forma d'arte capace di controllare sapientemente gli effetti imprevedibili di qualcosa di grande del tutto simile per la sua capacità creativa, di chi, suo abile conoscitore, ne tesse toni e sfumature.....la Forza della Luce.
E, se un pittore può dosare anzitempo e sapientemente i suoi colori, il maestro vetraio può giocare solo d'astuzia, sperando che lei, la luce, sia solo e sempre sua eterna alleata e mai nemica.
Un infinito gioco d'amore fatto di tenere schermaglie, dove solo lei, la luce, amante ribelle, è unica forza libera e incontrollabile.
Un mondo di toni quasi irreali, sfuggente, graffiante, che si concreta nelle abili mani dell'artista e quando lei, la luce, imprigionata nella bellezza, e infin sottomessa, ma non per questo meno fulgida e splendente, è pronta per essere oggetto di ammirazione.
Quale sia la collocazione, appaga in tutto il sacrificio del maestro, donando allo sguardo di chi si sofferma un'infinita quiete e serenità.
Porte interne od esterne, scorrevoli o battenti, pareti mobili e contro-soffitti......tutto si accorpa e si inchina per rendere omaggio alla maestria di mani sapienti che hanno saputo cogliere l'essenza per destinarla al profano.



Vittorio Zanoni maestro vetraio, figlio della rigogliosa terra di Lombardia dove vive e trae spunti per le sue opere, ha negli anni, duri di sacrificio, perpetrato i l proprio intento dando nuova vita all'arte della vetrata artistica legata al piombo.
Sedotto dal fascino antico dei maestri vetrai del Medio Evo, suggestionato dalle loro antiche tecniche, ma ancora invidiabili per precisione, vive e crea con la sensazione di vivere in un mondo irreale.
       

                                                                                                     
".....e una mattina, in un'alba fresca e profumata, coperta di rugiada, il pensiero ruba un raggio di luce al sole, lo colora dei toni più belli, gli da' forma, trasparenza ed espressione e lo dona ai vostri volti...increduli e ingrigiti....dal viver quotidiano.."




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